Il Consiglio comunale di Philadelphia ha approvato una delibera che vieta agli esercizi commerciali di accettare esclusivamente pagamenti digitali dai propri clienti. I trasgressori incorreranno in sanzioni fino a 2000 dollari per ogni infrazione. Il consigliere Bill Greenlee, promotore dell’iniziativa, ha osservato che il rifiuto dei pagamenti in contanti «anche se non intenzionale, è discriminatorio perché le persone senza conto corrente né carta di credito hanno un reddito basso, appartengono a minoranze o sono immigrati».
Il provvedimento ha suscitato l’opposizione di alcuni politici locali secondo i quali il divieto – che è in realtà il divieto di un divieto, cioè una misura volta a garantire la libertà nei pagamenti – danneggerebbe la «competitività della città» e sarebbe quindi opportuno «sviluppare politiche e programmi per preparare gli abitanti più svantaggiati all’economia cashless, che è destinata a diventare la norma».
Proposte di legge simili sono state avanzate anche a Washington D.C. e a New York City, mentre già oggi rifiutare i contanti è un reato in tutto lo stato del Massachussets.
Secondo un recente sondaggio, la propensione degli americani verso i pagamenti senza contanti è aumentata leggermente negli ultimi cinque anni, con la quota di consumatori che evitano del tutto l’uso della carta moneta passata dal 24% del 2015 al 29% del 2019. Il restante 71% continua ad affidarsi ai contanti, in tutto o in parte.
È curioso e significativo osservare come la tutela della libera concorrenza tra sistemi di pagamento diversi sia vista come un freno alla «competitività» mentre è addirittura comico affermare che l’economia cashless sarebbe «destinata a diventare la norma» mentre invece quella norma la si vuol far trangugiare con la forza. Queste contraddizioni confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, che la «rivoluzione» cashless è un progetto tutto politico che poco o nulla ha a che vedere con la percezione di progresso dei cittadini.
Riconoscere, come hanno fatto i consiglieri di Philadelphia e delle altre città, che il bando al contante attenta ai diritti degli individui più svantaggiati è un buon inizio, ma non basta. Ci auguriamo che da lì nasca presto la consapevolezza che il pericolo riguarda i diritti di tutti, anche di chi – legittimamente – utilizza gli strumenti di pagamento elettronico per propria, libera scelta.