#Altro, #Diritti

Come volevasi dimostrare

«Da più di una settimana il mondo assiste agli eventi scioccanti e devastanti causati dall’invasione russa in Ucraina. I nostri colleghi, clienti e collaboratori sono rimasti colpiti in modi che la maggior parte di noi non è neanche in grado di immaginare…».

Si apre con queste parole il comunicato ufficiale in cui Mastercard annuncia la decisione di sospendere i suoi servizi collegati a carte di pagamento emesse da istituti russi «a prescindere da dove essi siano utilizzati, in Russia o altrove». Accade così per la prima volta ciò che su questo blog abbiamo paventato fin dall’inizio: lo spegnimento istantaneo e generalizzato di un sistema di pagamento elettronico per ragioni di appartenenza politica, ideologica, nazionale.

Il fatto che per qualcuno sia capitato oggi ai «cattivi» non deve rassicurare, perché chiunque può essere il «cattivo» di qualcun altro. Chiunque, oggi o domani, può trovarsi nel luogo «sbagliato», avere in tasca il passaporto «passaporto» sbagliato o credere nelle idee «sbagliate».

Accade ciò che su questo blog abbiamo paventato fin dall’inizio: lo spegnimento istantaneo e generalizzato di un sistema di pagamento elettronico per ragioni di appartenenza politica, ideologica, nazionale.

Comunque la si pensi sul conflitto in corso, bisogna prendere atto che ciò che fino a ieri era una possibilità, oggi è una volontà e un fatto. Il blocco in massa di sistemi di pagamento spesso indispensabili e sempre più spesso imposti provoca disagi a chi consuma e a chi produce. Ma che cosa accadrebbe se quei sistemi diventassero gli unici disponibili, se cioè la facoltà di vendere e comprare – e quindi di sopravvivere – dei cittadini fosse in tutto e per tutto rimessa alle valutazioni di un altro soggetto che si riserva di concederla o revocarla, secondo il proprio giudizio?

Che cosa accadrebbe se, come si è recentemente augurato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, decidessimo di «andare verso il futuro e lasciare soltanto alla storia le monete e le banconote»?

Ai lettori la (non) ardua sentenza.